sabato 12 dicembre 2015

Il concetto di ciò che IO definisco "sicurezza individuale" (Individual Safe)

Il concetto di ciò che IO definisco "sicurezza individuale" (o autodifesa) si può definire come la propria capacità gestionale verso una situazione critica, una disputa (anche non violenta) o un’aggressione fisica vera e propria, tra se o individui a noi vicini ed altri soggetti. 
Tengo a precisare e ricordare che l’unica soluzione priva di rischi (almeno nell’immediato) alle condizioni sopra citate, è a ragion di logica, la totale mancanza di un eventuale scontro fisico, che potrebbe evolversi in una indefinita e pericolosa “escalation” del rischio per se, ma sopratutto per coloro a noi vicini.
Inverosimilmente, nella comune opinione pubblica, è molto diffusa l'idea che sotto il nome di autodifesa, vengano trattate quell’insieme di tecniche ed insegnamenti, prevalentemente di origine orientale, atte ad atterrare un ipotetico aggressore prima che egli lo possa fare. 
In realtà l’autodifesa per civili comprende tecniche difensive sia fisiche che psicologiche dalle più comuni aggressioni, trasmesse attraverso le seguenti attività:

- studio di arti marziali specializzate nell'autodifesa e del corretto atteggiamento mentale (studio dell’ambiente circostante, controllo della paura e degli stati emotivi); 
- uso di articoli dissuasivi (armi improvvisate, spray, allarmi, oggetti comuni, etc.); 
- possesso di un'arma (eventuale Porto d’armi);
- utilizzo di guardie del corpo.

E doveroso al riguardo, elencare le principali tre branche esistenti all’interno del “universo arti marziali”, in modo da chiarire, specialmente ai profani o neofiti, interessati ad un eventuale avvicinamento o approfondimento di tali settori, le varie e specifiche differenze:

1.  arti marziali 
2. sport da combattimento armati e disarmati, quest'ultimi a loro volta suddivisi in specialità di colpi, lotta o la miscela di entrambi. 
3. arti marziali specializzate nell’autodifesa (anche dette autodifese specifiche o sistemi/metodi d’autodifesa)

Le arti marziali, nate in origine come arti da combattimento di difesa e/o da guerra, si sono nel corso del tempo (almeno per la maggior parte di esse), tramutate in "attività sportive" perdendo quelle fondamentali caratteristiche di brutale realtà ed efficacia che nel passato più o meno recente le accompagnavano. 
Si può affermare che attualmente le arti marziali possono essere nobilmente praticate per sport, filosofia, religione, allenamento, etc., senza ricercare forzatamente una specializzazione nell’autodifesa (specialmente reale e psicologica contro le aggressioni armate).
Gli sport da combattimento, ovvero il settore d'allenamento sportivo agonistico delle arti marziali, prepara l'atleta ad affrontare incontri di varia durata, suddivisi in specifiche aree, regolamenti, riprese e categorie di peso). 

Le arti marziali specializzate nell’autodifesa invece, si differenziano dalle precedenti categorie per due caratteristiche fondamentali:

1. studio e applicazione: devono essere studiate ed applicate nel modo più efficace e rapido possibile, senza esclusioni di colpi; 
2. durata e varietà: deve preparare l'allievo/a ad affrontare scontri che durano pochi secondi contro le molteplici tipologie d’aggressione.

Lo scopo quindi non è ovviamente quello di affrontare un solo avversario, attraverso una forma o un combattimento sportivo regolamentato, ma quello di terminare un solo eventuale scontro fisico a proprio favore nel più breve tempo, evitando o limitando possibilmente ferite. 
Le arti marziali specializzate nell’autodifesa sono studiate proprio per raggiungere tale fine, continuando comunque a prendere spunti tecnici da tutte le altre arti marziali e sport da combattimento e legandosi quindi indivisibilmente a loro.
Lo studio di arti marziali specializzate nell’autodifesa, non prevede prescrizioni particolari tranne il possesso di idonea e sana costituzione. 
Per quanto riguarda gli articoli dissuasivi, come per esempio gli spray anti-aggressione, non ci sono prescrizioni particolari (anche se in Italia ci potrebbero essere dei problemi legali nel porto e nell'utilizzo di solo alcuni di questi dispositivi). 
Per il possesso di un’arma le prescrizioni si fanno invece più severe. Infatti è necessario il relativo Porto d'armi (almeno nel caso in cui si voglia portare con se o trasportare l'arma) che verrà rilasciato dagli organi competenti solamente a fronte di debita e giustificata documentazione (compresa la verifica di pendenze penali).
L'utilizzo di guardie del corpo non prevede prescrizioni particolari, tranne quello di averne la reale necessità (a causa della spesa economica), anche se è doveroso sottolineare che nella "Republic of Italy SPA", tale professione formalmente è inesistente in quanto il servizio di protezione "personale" appartiene esclusivamente al Governo Corporativo, con l’unica eccezione consentita al singolo "cittadino" derivante dall’applicazione della legittima difesa (ma in recenti casi i legittimati sono stati inquisiti...).
L’autodifesa quindi, deve essere considerata come una “cultura o coscienza di prevenzione” adattabile a tutti, uomini e donne di qualsiasi età, condizione e costituzione (ed anche ai bambini).

Lo studio di un arte marziale specializzata nell’autodifesa, prima di tutto deve infondere una equilibrata fiducia in se stessi connessa ad una reale conoscenza dei rischi e delle violenze connesse alla società economicamente iniqua in cui viviamo. 

Un “atteggiamento di difesa preventiva” verso gli insidiosi e tutt’altro che rari pericoli esistenti, partendo però da due principi essenziali:

- essere realmente preparati (da istruttori qualificati) a ogni situazione;
- servirsene esclusivamente per la sola difesa e mai per l’offesa.

Quae nocent docent, nunquam deorsum: Nobis!

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Yvan.Neo

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A NOI,

NUNQUAM DEORSUM!